Il diritto di abitazione del coniuge superstite

Il diritto di abitazione si acquisisce automaticamente all’apertura della successione e non è subordinato alla qualità di erede. 

Così ha chiarito la seconda sezione civile del Tribunale di Palermo con sentenza n. 2315/2020 depositata in data 20/07/2020.

La vicenda aveva visto due sorelle della de cuius adire il Tribunale al fine di accertare l’insussistenza in capo a Tizio, vedovo di Caia, del diritto di abitazione sulla casa coniugale e sul posto auto di pertinenza, caduti nella successione di Caia. La de cuius aveva, infatti, disposto per testamento in favore delle sorelle che, in forza dell’accettazione dell’eredità della sorella, chiedevano l’immediato rilascio di tali beni immobili da parte di Tizio.

Parte convenuta si costituiva chiedendo il rigetto delle istanze di parte attrice ed eccependo la propria titolarità del diritto di abitazione ex art. 540 c.c.

Il Tribunale rigettava le richieste di parti attrici, statuendo che a Tizio, vedovo di Caia, spettasse il diritto di abitazione sulla casa coniugale e sul box auto in quanto pertinenza dell’immobile.

In particolare, la Corte ha specificato che il diritto di abitazione si acquisisce automaticamente all’apertura della successione e, pertanto, tale diritto non è subordinato alla qualità di erede, che si acquisisce solo dopo aver accettato l’eredità, chiarendo che, anche il coniuge superstite, mero chiamato all’eredità, che ancora non abbia deciso se accattare o rinunciare all’eredità, vanta il diritto di abitazione ed uso ex art. 540 c.c., in quanto tale diritto si costituisce automaticamente ex lege.

Per tali ragioni, qualora il coniuge sia chiamato all’eredità, il valore dei diritti ex art. 540 c.c. si cumulerà a quello della quota che gli spetta.