In caso di scioglimento della comunione legale il diritto di abitazione conseguente all’assegnazione della casa coniugale non influisce sulla determinazione del conguaglio dovuto al coniuge non assegnatario
Nello stimare i beni per la formazione delle quote ai fini della divisione, non può considerarsi, invero, che in ipotesi di assegnazione in proprietà esclusiva della casa familiare, di cui i coniugi erano comproprietari, al coniuge affidatario dei figli, si riunisce nella stessa persona il diritto di abitare nella casa familiare (che perciò si estingue automaticamente) e il diritto dominicale sull’intero immobile, che rimane privo di vincoli.
Con la recente sentenza n. 33069/2018 la Suprema Corte ha confermato che “nel giudizio di scioglimento della comunione, il diritto di abitazione conseguente al provvedimento di assegnazione non deve influire in alcun modo sulla determinazione del conguaglio dovuto all’altro coniuge”.
La vicenda trae origine dalla pronuncia della Corte d’Appello di Torino, che respingendo il gravame proposto dal marito, aveva rigettato la domanda di quest’ultimo, stabilendo che nel giudizio di scioglimento della comunione legale tra coniugi, ai fini della determinazione del valore di mercato della casa familiare, si debba tenere conto del vincolo derivante dall’assegnazione del bene ad uno dei genitori nell’interesse dei figli, anche nel caso che, in sede di divisione, l’immobile venga attribuito per intero allo stesso coniuge assegnatario.
Il marito, con ricorso per Cassazione censurava la sentenza ritenendo che la Corte territoriale avesse errato quando aveva escluso che il godimento della casa familiare fosse da considerare ai fini della divisione dell’immobile in comproprietà tra i coniugi, per determinarne il valore del bene, perché quest’ultimo era stato attribuito al coniuge titolare del diritto di abitazione, posto che questo era stato attribuito nell’esclusivo interesse dei figli.
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso statuendo che, in sede di valutazione economica della casa familiare nel giudizio di scioglimento della comunione, il diritto di abitazione conseguente al provvedimento di assegnazione non deve in alcun modo influire sulla determinazione del conguaglio spettante all’altro coniuge, diversamente realizzandosi una indebita locupletazione a favore del coniuge affidatario, che potrebbe, dopo la divisione, alienare il bene a terzi per il suo effettivo valore.
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