La denuncia per abusi sessuali non esclude la punibilità della madre che viola il provvedimento di affido

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La presunta situazione di pericolo temuta dalla madre per l’incolumità del figlio non legittima l’inosservanza della decisione adottata dal Giudice civile in materia di affidamento.

La valutazione soggettiva circa l’inopportunità dell’esecuzione del provvedimento non costituisce una causa di non punibilità e, pertanto, l’agente risponde del reato di elusione dolosa ex art. 388 comma II c.p..

In tal senso si è pronunciato il Gip del Tribunale di Pisa nel contesto di un procedimento penale in cui l’avvocato Luciano ha prestato assistenza difensiva al padre della minore, quale persona offesa (cfr. Tribunale di Pisa ordinanza n. 80/20 R. GIP  pubbl. l’11.01.2022).

In particolare, il Giudice non ha ritenuto di escludere la colpevolezza dell’indagata sulla base dei presunti abusi sessuali commessi a danno della minore da parte del padre.

Tale situazione, infatti – preesistente al procedimento penale in oggetto – era già nota al Giudice civile che, nonostante ciò, consentiva la prosecuzione dei rapporti personali tra il padre e la figlia e ne regolamentava il diritto di visita.

Pertanto, l’indagata – manifestando il suo personale dissenso circa l’esecuzione del provvedimento civile – risulta colpevole della fattispecie criminosa di cui all’art 388 comma II c.p. .

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